/**/ Associazione Culturale e Sportiva "Giuseppe Garibaldi": Francesco Nullo

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lunedì 21 dicembre 2009

Francesco Nullo

Nato a Bergamo nel 1826 da famiglia agiata combatté a Milano nel 1848 coi suoi due fratelli. Nel 1849 fu a Roma a fianco di Garibaldi. Tornato a Bergamo ebbe naturalmente noie con la polizia austriaca. Nel 1859 da tenente prestò servizio con le guide di Simonetta e lo stesso fece nella campagna dei Mille. Ferito a Calatafimi passò al grado di capitano. La sua carriera militare fu velocissima, poiché al Volturno lo troviamo tenente colonnello. Comandò la spedizione su Isernia, primo abbozzo della repressione del brigantaggio. Venne arrestato nel 1862 a Sarnico con altri 123 garibaldini mentre organizzava una sedizione per la liberazione del Veneto. Liberato, si unì a Garibaldi nell'avventura d'Aspromonte. Rinchiuso al carcere di Bard per un breve periodo si ripropose per l'aiuto al nascente movimento indipendentista polacco che aveva migliaia di adesioni fra gli esiliati della prima rivoluzione del 1830. Il governo Rattazzi, caduto per i fatti d'Aspromonte, fu sostituito da quello di Luigi Carlo Farini Presidente del Consiglio dei Ministri del Regno d'Italia dal 8 dicembre 1862 al 23 marzo 1863. Alle prime notizie della rivolta polacca antirussa, Farini già malato di mente, propose al Re di inviare un corpo di spedizione in Polonia a sostegno della rivolta. Lui stesso sarebbe partito in testa alle truppe !!. La proposta, si disse, era stata fatta anche con una pistola in mano. Lo presero (per matto) e dissero che si era dimesso. Col grado di Generale, Nullo comandò una legione straniera di 6oo uomini che comprendeva oltre 6o camicie rosse. La Russia col beneplacito della Prussia soffocò la rivolta nel sangue. Nullo rimase ucciso a Krzykavka il 5 (15) maggio 1863 e venne sepolto a Olkusz. I superstiti vennero deportati in Siberia. La storia era cominciata con la rivolta del 1830 che avrebbe dovuto rinverdire i sogni napoleonici. In base al trattato di pace di Tilsit (1807), su una parte delle terre polacche annesse alla Prussia fu istituito il Granducato di Varsavia, al quale Napoleone conferì una costituzione. Venne formato un governo polacco del Granducato, fu introdotto il Codice Napoleonico ed i contadini ottennero la libertà personale (i contadini dell'est in genere erano servi della gleba). Il futuro della Polonia fu però compromesso dalla sconfitta di Napoleone nella sua campagna contro la Russia del 1812 e l'anno dopo a Lipsia quando cadde eroicamente il principe Jòzef Poniatowski, comandante dell'esercito del Granducato di Varsavia. Il Congresso di Vienna (1815) rimescolò le carte in tavola rimettendo alla Russia la maggior parte delle terre in un granducato sotto la corona personale dello Zar. L'idillio durò poco e già nel 1830 proteste e complotti sfociarono nelle insurrezioni. La prima di esse scoppiò a Varsavia il 29 novembre 1830, dove venne formato un governo autonomo, la Dieta detronizzò lo zar ed iniziò la guerra polacco-russa. I vari corpi franchi costituitisi (Guardia Nazionale, i franchi tiratori di Sandomir, Podlasia, i portatori di falce, gli Ulani di Kalis etc..) lottarono fino a settembre del '31. La sconfitta dell'insurrezione portò all'abolizione della Costituzione, allo scioglimento dell'esercito del Regno (formalmente esistito sotto gli zar), nonché alla chiusura dell'Università di Varsavia e Vilnius. Gli emigrati in maggioranza (Chopin) scelsero la Francia. Negli anni 1861-62, ripresero le manifestazioni su base religiosa ma nazionali contro l'ortodossia russa. I cospiratori prepararono un'insurrezione, che scoppiò nel gennaio del 1863. La guerra durò un anno e mezzo e si estese fino alla Lituania e alla Bielorussia. Il Governo Nazionale Clandestino, con uno dei suoi primi decreti diede la terra ai coltivatori, ma le speranze di una partecipazione massiccia alla lotta non si realizzarono: l'ultimo leader dell'insurrezione - Romuald Traugutt fu arrestato ed impiccato il 5 agosto 1864. I russi avevano adottato la tattica di tenere le grandi città e di affrontare la rivolta partigiana con piccole colonne mobili (a simiglianza di quanto si era fatto e si faceva nell'Italia dell'antibrigantaggio) in grado di sbaragliare le formazioni improvvisate spesso comandate dal finanziatore, più esperto in soldi che guerriglia. Proprio agli ordini di uno di questi Miniewski combattè Nullo. Alla sua legione franco italiana si erano aggregati cacciatori polacchi e gli Zuavi della Morte che si dispersero subito.







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