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lunedì 21 dicembre 2009

Massimo D’Azeglio



Massimo D'Azeglio, (Massimo Taparelli D'Azeglio) statista piemontese, scrittore e pittore, figlio cadetto del marchese Cesare nacque a Torino nel 1798, ma passò l'infanzia a Firenze.
Dopo la caduto di Napoleone torna a Torino con la famiglia per frequentare l'Università. Sottotenente di cavalleria nel reggimento Piemonte Reale nel 1820 l'abbandonò la carriera militare per dedicarsi alla pittura.
Nel 1831, alla morte del padre, si trasferì a Milano, dove acquistò fama come autore di romanzi storici e patriottici e, frequentando i cenacoli romantici milanesi, conobbe il Manzoni e ne sposò la figlia Giulia.
Durante la sua attività di romanziere scrisse opere caratterizzate dal ritmo narrativo veloce, dal tratteggio vivace di ambienti e figure, con abile alternanza di elementi patetici e grotteschi, tragici e moderatamente comici: "Ettore Fieramosca" nel 1833, "Niccolò de’ Lapi" nel 1841 e l’incompiuto "La lega lombarda" opere animate da spirito patriottico.
Dal 1845 ebbe inizio la sua avventura politica, con la pubblicazione di vari opuscoli polemici e antiaustriaci. Partecipò attivamente alle giornate del 1848.
Confidando in Carlo Alberto per il successo delle idee nazionali e costituzionali, e insieme sospettoso verso l'attività delle società segrete, fu un esempio tipico di moderato liberale, legalitario e federalista, ed espresse le sue idee nello scritto "Gli ultimi casi di Romagna" (1846), in cui denunciò il malgoverno papale, disprezzando i tentativi insurrezionali del 1845 e "I lutti di Lombardia" (1848).
Scoppiata la prima guerra d'indipendenza nel 1848, fu aiutante di campo del generale Giovanni Durando, comandante delle truppe inviate dal papa contro l'Austria e combatté valorosamente, rimanendo, nell'eroica difesa di Vicenza.
Dopo la rotta di Novara, per ordine di Vittorio Emanuele II il 7 maggio 1849 formò un ministero col compito di porre fine alla guerra con l'Austria, in questo ministero entrò anche Cavour, che lavorò al suo fianco fino al Governo Rattazzi nel 1852.
Nel 1860 ricoprì la carica di governatore di Milano e, assistito dalle due figlie, dedicò i suoi ultimi anni, trascorsi sul Lago Maggiore, alla stesura dell’autobiografia "I miei ricordi", apparsa postuma nel 1867, che è uno degli esempi migliori della memorialistica risorgimentale, dalla quale risulta la personalità dell'autore, legato alle tradizioni del suo Piemonte e tuttavia aperto alle esigenze del liberalismo ottocentesco.
Massimo d'Azzeglio si spense a Torino nel gennaio 1866.

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