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domenica 20 dicembre 2009

Gino Capponi

GINO CAPPONI

Nato nel 1792 da una delle più illustri famiglie della nobiltà fiorentina, trascorse l’infanzia tra Firenze e Vienna, dove il padre marchese Pier Roberto si ritirò nel 1799 al seguito del Granduca spodestato dalla conquista napoleonica della Toscana. Tornato definitivamente a Firenze nel 1803, compì studi classici come consueto per i giovani aristocratici cittadini: in gioventù non manifestò tuttavia particolari interessi per le lettere, e neppure per quella che altri nobili toscani come Cosimo Ridolfi o Bettino Ricasoli stavano scoprendo come attività d’elezione, ovvero l’amministrazione illuminata e modernizzatrice delle tenute agricole. Fu invece inquieto e appassionato viaggiatore: dopo aver risieduto a Roma, Napoli e Parigi, stringendo relazioni di amicizia con intellettuali e figure politiche di primissimo piano, tra cui Carlo Alberto, nel 1818 iniziò un lungo viaggio attraverso l’Europa; tra le capitali del continente fu affascinato in particolare da Londra, dove conobbe l’esule Foscolo, e dove si appassionò alla vivace e intelligente società civile inglese. Maturò quindi l’idea di una rivista letteraria fiorentina, che raccogliendo l’eredità del milanese «Conciliatore» portasse il dibattito culturale italiano al livello dei più moderni paesi europei: «L’Antologia», alla quale parteciparono i più illustri intellettuali italiani, uscì dal 1821 al 1833, quando a seguito di un articolo di Tommaseo venne sciolta dalla sospettosa censura granducale. L’intento da cui era nata rimase però vivo negli intenti di Capponi e dell’élite intellettuale fiorentina, animata dalla vivace intelligenza di G.P. Vieusseux, con il quale, insieme a Ridolfi, Lambruschini ed altri fondò nel 1842 l’«Archivio Storico Italiano», una pubblicazione periodica nella quale la riscoperta delle memorie municipali e della storia tra medioevo ed età moderna era esplicitamente intesa come momento di una unità spirituale degli italiani. Cuore di quella cultura moderata, cattolica ma non reazionaria, che fu il maggiore contributo dell’area toscana al Risorgimento nazionale, l’«Archivio Storico» continuò ad essere pubblicato anche dopo l’Unità, restando fino ad oggi la più illustre rivista storica italiana. Coinvolto nella politica toscana dei mesi turbolenti del ’48, Capponi fu senatore e primo ministro della Toscana repubblicana, apertamente ostile alla politica democratica e tribunizia di Mazzoni e pieno di sospetti verso quel Piemonte del quale la conoscenza di Carlo Alberto gli aveva rivelato le ambiguità politiche. Nel decennio successivo si convinse tuttavia della necessità di riconoscere nella dinastia sabauda il principio politico guida dell’unità italiana: votò per l’annessione nel plebiscito del ’59, e fin dal 1861 fu nominato senatore del regno.
Negli ultimi anni di vita alternò un serio impegno politico al lavoro sulla grande opera storica alla quale aveva atteso da diversi decenni, la storia di Firenze: vero e proprio compendio delle riflessioni di Capponi sul senso di una storia d’Italia: una storia fatta di identità politiche particolari, ma orientata allo stesso tempo ad una unione di cultura e di comune vivere le tradizioni passate, pienamente compiuta con l’unità politica. Morì a Firenze nel 1876.

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