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domenica 20 dicembre 2009
La battaglia di Curtatone e Montanara
Il Santuario delle Grazie fu indirettamente coinvolto nella battaglia del 29 maggio 1848, uno degli eventi bellici più significativi della I Guerra per l'indipendenza d'Italia. Non è questa la sede per parlare delle vicende che portarono a questa guerra ed alla discesa in campo a fianco dell'esercito Sardo-Piemontese contro l'impero d'Austria delle milizie del Granducato di Toscana, del Regno di Napoli e dello Stato della Chiesa. Neppure è possibile dare una se pur sintetica narrazione di quella che è passata alla storia come la Battaglia di Curtatone e Montanara.
Possiamo solo dire che, ad evitare un possibile attacco alle spalle dell'esercito piemontese, schierato nell'Alto Mincio e viciniori (Goito, Volta Mantovana, Custoza), da parte delle truppe austriache provenienti dalla città-fortezza di Mantova, era stata allestita una linea difensiva verso questa piazzaforte sulla strada che da Porta Pradella risale per gli Angeli, Curtatone, Grazie e Rivalta verso Goito.
Su questa linea, sino dall'aprile 1948, era stato schierato il Corpo di Spedizione Toscano costituito da reparti regolari, da una aliquota di soldati dell'Armata Napoletana e da molti volontari.
La località "Le Grazie" dal 5 maggio era sede del Quartier Generale Toscano del generale Ulisse d'Arco Ferrari, comandante in capo. Qui, oltre al comando vi erano accantonate, anche sul piazzale del "Santuario", le riserve e tra queste il Battaglione Universitario composto da studenti volontari in particolare degli Atenei di Pisa e Siena ed anche Firenze. Qui si trovavano pure un ospedale da campo ed i depositi.
I giovani volontari, molti dei quali appartenevano alla borghesia ed anche alla nobiltà toscana, non avevano alcun addestramento militare. Essi erano armati alla meno peggio ed anche i loro ufficiali che erano i loro stessi professori promossi al grado per l'occasione, non avevano alle spalle alcuna esperienza bellica.
Questi ragazzi erano tuttavia animati da un grande entusiasmo che al momento del bisogno li rese valorosi combattenti. Nella quindicina di giorni che bivaccarono a "Le Grazie", oltre a qualche esercitazione militare , trascorsero il loro tempo in mezzo alla popolazione del luogo fraternizzando con essa.
Già dalla fine di aprile nella zona si erano avuti scontri a fuoco più o meno gravi con reparti nemici che sempre furono ricacciati sulle basi di partenza. La mattina del 29 maggio, però, le truppe austriache, oltre 20.000 uomini ben addestrati, con numerose artiglierie, batterie di lanciarazzi ed ottimamente armati individualmente, uscirono da Mantova per attaccare e sbaragliare i circa 7.000 tosco-napoletani e compiere quella manovra di attacco alle spalle temuta dai piemontesi ed alla quale si è accennato.
Gli attaccanti investirono le linee difensive avversarie e trovarono una resistenza ben superiore ad ogni previsione. La battaglia fu violentissima dalle rive del lago superiore in località Quattro Venti, sul corso dell'Osone, sin oltre Montanara protraendosi per l'intera giornata sino a tarda sera.
E proprio da Le Grazie ove, per disposizione del nuovo comandante dell'esercito Toscano, generale Ettore de Laugier, il battaglione Universitario doveva rimanere in attesa di suoi diretti ordini; i volontari, sentendo il fragore della battaglia, (il fronte era a due chilometri circa), si mossero spontaneamente e raggiunsero le linee di combattimento affiancandosi già impegnati battendosi valorosamente.
Nei violenti combattimenti uno dei primi caduti fu il capitano Leopoldo Pilla da Venafro, professore di geologia dell'università di Pisa, noto come scienziato a livello internazionale, che aveva guidato alla guerra i suoi allievi. Intanto Le Grazie si riempivano di feriti. Sul piazzale vennero installati altri posti di medicazione. I feriti erano ovunque, pare anche nel Santuario e nelle case private. E la popolazione contribuì fraternamente a soccorrerli. La battaglia del 29 maggio fu una sconfitta per i tosco-napoletani che furono costretti a ripiegare con gravi perdite. Il loro sacrificio non fu però vano perchè la loro imprevista ed eroica resistenza bloccò l'esercito austriaco che alla fine della giornata avendo subito perdite ancor maggiori, non passò all'inseguimento. Questo consentì, il giorno succesivo, ai sardo-piemontesi di affrontare il grosso dell'armata imperiale a Goito, vincendo una battaglia più importante il cui successo non venne tuttavia sfruttato.
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