Francesco Domenico Guerrazzi nacque a Livorno nel 1804 (morì a Cecina [Livorno] nel 1873), fu un repubblicano estremista. Fondò «L'Indicatore livornese» (1829-1830), organizzò moti rivoluzionari. Nel 1833 fu in- carcerato nel forte Stella di Portoferraio, dove scrisse le "Note au- tobiografiche" (pubbl.1899) e terminò il romanzo L'assedio di Fi- renze (pubbl.1836). Durante la rivoluzione del 1848-1849 ebbe un ruolo di primo piano in Toscana, fece parte del triunvirato che esercitò il potere dittatoriale e fu rovesciato da una sommossa popo- lare. Processato e condannato a 15 anni, la pena gli fu commutata con l'esilio in Corsica. Eletto deputato nel 1860, per dieci anni fu all'opposizione, in polemica contro i moderati. Guerrazzi scrisse varie tragedie, ma fu celebre soprattutto per i romanzi storici: La battaglia di Benevento (1827), Veronica Cybo (1838), Beatrice Cenci (1853), Pasquale Paoli (1860), L'assedio di Roma (1863-1865). Guerrazzi è uno scrittore oratorio, portò nel romanzo storico italiano umori biliosi, enfasi byroniana, e gli effetti truculenti del romanzo nero inglese. Fu sensibile anche all'influenza di Sterne (mediato da Fo- scolo) come si può leggere nelle fantasie di Serpicina (1847) e qualche pagina del Buco nel muro (1862), in cui a tratti è un umorismo sottile, fitto di vocaboli arcaici e di espressioni popolaresche. Ispirato al naturalismo francese, ma esasperandone gli aspetti melodrammatici, è il romanzo sociale Il secolo che muore.
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