(Napoli 1775 - Firenze 1831)
Patriota e storico italiano. Ufficiale del genio nell'esercito borbonico, nel 1799 non celò le sue simpatie per la Repubblica Partenopea, e al ritorno dei Borboni fu perciò dispensato dal servizio.
Percorse poi una rapida carriera militare sotto il regno di Gioacchino Murat, giungendo sino al grado di tenente generale. Per le sue eccezionali qualità non venne rimosso dal grado nemmeno dopo la Restaurazione, ma fu tenuto in disparte, finché nel 1820, scoppiata la rivoluzione carbonara, gli fu dato l'incarico di sottomettere la Sicilia, compito che assolse con grande fermezza. Ma l'anno seguente, per sottrarsi alle persecuzioni della reazione borbonica, si autoesiliò e dal 1823 si stabilì a Firenze.
A Napoli negli anni della Restaurazione, scrisse una 'Memoria' militare sulla campagna d'Italia del 1815, che non vide allora la luce, e in Toscana volle dedicarsi con maggiore impegno agli studi storici e letterari, dando vita alla Storia del Reame di Napoli dal 1734 al 1825, curata, specialmente per la forma, dagli amici Giordani, Niccolini, Lambruschini e Leopardi, e venne pubblicata postuma nel 1834.
Nelle sue opere si trova un certo risentimento personale verso alcuni esponenti della politica napoletana, ed i caratteri distintivi dell'amore per la sua terra che Mazzini definì egoismo regionale piuttosto che patriottismo italiano.
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