Niccolò Ugo Foscolo (Zante, 6 febbraio 1778 – Turnham Green, Londra, 10 settembre 1827) è stato un famoso poeta italiano. Nacque da Diamantina Spathis e Andrea Foscolo (chirurgo di Vascello e dal 1874 direttore dell'ospedale di Spalato), ebbe una sorella e due fratelli, entrambi morti suicidi.
La morte del padre, nel 1788, lasciò la famiglia in difficoltà economiche. Lasciò l'isola natale, con i fratelli minori, nel 1792, per raggiungere la madre a Venezia. L'indigenza impedì al giovane di frequentare studi regolari ma, come autodidatta, egli assimilò una vastissima cultura.Venezia apparve a Ugo, come una vera patria, ricca di vita intellettuale, fervida di novità e generosa di insospettate occasioni; gli offrì, nello spazio di pochi anni, curiosità ed entusiasmo letterario, facile successo amoroso con la bellissima contessa Isabella Teotocchi.
La contessa amava circondarsi di uomini di lettere: Ippolito Nievo volle chiamarla Temira, dal nome dell'eroina del Tempio di Cnido di Montesquieu, e con quel nome, Foscolo la ricorderà nell'abbozzo Sesto tomo dell'io, quale esperta introduttrice ai misteri dell'amore e attenta, allo stesso tempo, nel non lasciarsi intrappolare in una passione troppo esclusiva.
Arrivarono i primi successi letterari, prima il poemetto La giustizia e la pietà, commissionatogli per celebrare il reggente di Chioggia, poi la tragedia Tieste (rappresentata per la prima volta nel 1797).
Sostenitore delle idee rivoluzionarie venute dalla Francia, Foscolo divenne sospetto al governo della Serenissima e, nel 1796, dovette rifugiarsi sui colli Euganei, dove pose mano, secondo la moda romantica del tempo, ad un romanzo epistolare: Laura e dove compose una tragedia di ispirazione alfieriana: il Tieste. Nei sonetti dello stesso periodo compaiono i primi motivi dell'opera foscoliana. Allontanatosi da Venezia, Foscolo si recò a Bologna, dove si arruolò tra i "cacciatori italiani" della Repubblica Cispadana. Altro piccolo trionfo è l'ode A Bonaparte liberatore, pubblicata nel maggio 1797 a spese della città di Bologna.
Una breve traccia-programma stesa nel 1796, ed intitolata Piano di studi ci conferma la serietà degli interessi politici, oltre che letterari, che animavano il Foscolo.
L'estate del 1797, vide la caduta della Repubblica di San Marco, e il ritorno di Foscolo a Venezia, dove assume la carica di segretario della Municipalità, riprese le sue esortazioni con l'ode Ai novelli repubblicani «contro il furore della licenza prima motrice di tirannia», composta proprio nell'ottobre in cui Napoleone Bonaparte cedeva Venezia all'Austria nel Trattato di Campoformio.
Questo "tradimento" costrinse Foscolo a rifugiarsi a Milano, chiedendo la cittadinanza della Repubblica Cisalpina. Ottenne l'incarico di redigere le relazioni dell'Assemblea legislativa sul Monitore Italiano, soppresso dopo pochi mesi (vi conobbe Parini e Monti). S’invaghì senza fortuna di Teresa Pichler, moglie di Vincenzo Monti, e fu spinto persino ad un tentativo di suicidio. Partì per Bologna, forse anche per sfuggire a quel ricordo, dove trovò impiego in tribunale, collaborò al Monitore Bolognese e al Genio Democratico, pubblicò un'opera di ampio respiro: Ultime lettere di Jacopo Ortis .
Con la vittoria di Napoleone a Marengo (1800), Foscolo tornò a Milano dove fu nominato capitano ed inviato in Toscana. Qui conobbe Isabella Roncioni, già fidanzata al marchese Bartolomei. Tale situazione gli ispirò molte pagine dell'Ortis. Tornato a Milano, il poeta si innamorò di Antonietta Arese Fagnani, per la quale scrisse All'amica risanata, seconda ode celebrativa della bellezza, nella quale la Fagnani diviene dea e la Bellezza appare come unico ristoro della vita infelice.
L'esercito austro-russo invase l'Italia settentrionale, e lui si arruolò come ufficiale, combattendo a Cento, alla Trebbia, a Novi, a Genova assediata. La disgrazia sopravvenuta ad una bella signora, gli ispirò A Luigia Pallavicini caduta da cavallo. Continuò a combattere al Forte Due Fratelli e al Colle della Coronata, seguì il generale Pino in Toscana.
Tra il 1801 e il 1802, a Milano, eseguì il rifacimento di Ultime lettere di Jacopo Ortis e dove fu sottoposto alla violentissima passione per Antonietta Fagnani Arese, di cui rimane a testimonianza All'amica risanata e un fremente epistolario.
Altri lavori lo impegnarono, l'abbozzo di un romanzo autobiografico, l'orazione per il congresso di Lione, gli otto Sonetti (pubblicati nel 1802), la traduzione ed il commento alla Chioma di Berenice di Catullo, testimonianza della ricca cultura del poeta.
Tra il 1804 ed il 1806, Foscolo visse in Francia, come capitano del corpo di spedizione che avrebbe dovuto sbarcare in Inghilterra, nel frattempo studiò l'inglese ed ebbe una relazione con Fanny Emeritt, una signora inglese dalla quale ebbe una figlia, Mary (Floriana). Durante il soggiorno in Francia, Foscolo scrisse l'epistola in versi al Monti e tradusse il Viaggio sentimentale di Yorik di Sterne.
Nel 1806, con lo scioglimento del corpo di spedizione, potè ritornare a Milano, dove, un intento di critica al governo, gli ispirò Dei sepolcri. Nello stesso anno pubblicò l'"esperimento di traduzione dell'Iliade", in cui sono raffrontate le traduzioni del primo canto realizzate da Foscolo, Cesarotti e Monti. La rievocazione dell'antica armonia della poesia, che perpetua nei secoli figure, passioni e miti, fu il sogno che Foscolo perseguì fino alla morte. Si insediò alla cattedra di eloquenza italiana all'Università di Pavia, con l'orazione inaugurale Dell'origine e dell'ufficio della letteratura nella quale ribadiva il valore civile delle lettere come banditrici della verità.
Il suo non allineamento con i potenti, gli fece perdere l'insegnamento, a questo si unirono altri problemi, il mancato matrimonio con Franceschina Giovio, lo scontro con il Monti (si trattò di un malinteso, essendo stata erroneamente attribuita la Foscolo la stroncatura di un poemetto didascalico di unpoetaamico del Monti), il fiasco dell'"Aiace", inducendolo a ritirarsi a Firenze (1812). Nel 1813 pubblico la traduzione Viaggio sentimentale di Yorick e la Notizia intorno a Didimo Chierico oltre ad una terza tragedia, la Ricciarda, e il carme Le Grazie.
Nel 1813, dopo la sconfitta napoleonica a Lipsia, Foscolo tornò a Milano ed indossò nuovamente la divisa, agli ordini di Eugenio Beauharnais. Il 6 aprile 1814, Napoleone abdicò ed il giorno seguente il Beauharnais concluse l'armistizio ed il Regno Italico cadde. Il maresciallo austriaco Bellgarde assicurò Foscolo della propria amicizia e lo inviò a fondare un giornale letterario. Nel 1815, Foscolo, che nel frattempo aveva preparato il programma del giornale, avrebbe dovuto, come ex ufficiale, indossare la divisa austriaca; per evitare di servire il governo austriaco il poeta partì in volontario esilio. Non avrebbe mai più rivisto l'Italia.
Si recò quindi in Svizzera, fermandosi a Zurigo, dove ristampò l'Ortis, pubblicò i Vestigi della storia del sonetto italiano e condusse a termine l'Ipercalisse contro i propri nemici (Didymi Clerici prophetae minimi hypercalipses liber singularis, pubblicato in 104 copie di cui dodici con le chiavi delle allusioni) ed i Discorsi delle servitù d'Italia (incompiuti).
Nel 1816, essendo ricercato come disertore, lasciò la Svizzera e raggiunse Londra, dove sperò di aver trovato fama e riposo. Presto sopravvennero difficoltà economiche, ed egli, per superarle, cominciò a collaborare ad alcune riviste letterarie inglesi. L'opera maggiore del periodo inglese è Lettere scritte dall'Inghilterra, scritto noto anche come Gazzettino del bel mondo. Notevole fu l'attività critica, di cui sono testimonianze i quattro Saggi sopra il Petrarca (1821) ed il Discorso sul testo della commedia di Dante (1825). A Londra il poeta ritrovò la figlia naturale Floriana (Mary) che lo assistette fino alla morte, avvenuta nel 1827 a Turnham Green presso Londra.
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